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sabato 14 maggio 2011

Situazione in Uganda e la legge contro i gay

In Uganda, l’ennesima rielezione del Presidente Yoweri Kaguta Museveni, con il 68% dei consensi contro il 26% dell’oppositore Kizza Besigye,  ha suscitato malumori in tutto il paese.
Museveni, in carica dal 29 Gennaio del 1986, fin dalla sua prima elezione politica, data l’elevata percentuale di consensi, venne accusato dai suoi oppositori di brogli elettorali. In alcuni casi, come ad esempio nelle elezioni del 2001, i giudici della Corte Suprema ugandese stabilirono che le elezioni non erano state libere ed eque, ma nonostante tutto decisero di non annullare il risultato. La motivazione ufficiale fu che i presunti brogli elettorali non avrebbero alterato in maniera decisiva la volontà popolare.
Cose da pazzi …
Giovedì 12 Maggio si è svolta una manifestazione di protesta a Kampala contro il rincaro prezzi dei generi alimentari e del carburante. 
Yoweri Kaguta Museveni

Alle proteste ha partecipato lo stesso capo dell'opposizione Besigye appena rientrato dal Kenya, dove era stato costretto a rifugiarsi e curarsi poiché arrestato e malmenato dalla polizia ugandese qualche giorno prima. Besigye, già nel 2006, appena rientrato dall’esilio, venne processato e arrestato per alto tradimento e stupro.
“I tentativi di destabilizzazione saranno battuti” Fa sapere il dittatore.
Nel frattempo, nell’ultimo mese si contano circa nove morti, gente ferita e soprattutto arrestata.
Fatto interessante, nella manifestazione di giovedì la polizia per disperdere i manifestanti ha utilizzato dei getti d’acqua color rosa. I motivi sono essenzialmente due. Prima di tutto il colorante utilizzato è difficile da levare, in questo modo chi ha partecipato alle proteste più essere facilmente identificato.
Non abbiamo dubbi che la gente trovata marchiata con il colorante verrà arrestata.
In secondo luogo il rosa non è un colore scelto a caso, soprattutto se si pensa ai recenti avvenimenti contro i gay.
In questi giorni gli estremisti religiosi in parlamento, approfittando del clima di confusione legato alle proteste nel paese, hanno cercato di far passare inosservata la riproposizione della folle legge contro gli omosessuali.
“Le relazioni gay vanno contro il volere di Dio” Ha detto il Presidente.
Il primo tentativo fallì nel 2009, quando Museveni, minacciato dall’unione internazionale, bloccò la legge.
In Uganda, dove chi è omosessuale rischia fino a quattordici anni di galera, la nuova legge introduce la pena di morte per i gay che hanno precedenti penali, sono HIV positivi o abbiano abusato di minori.
Fortunatamente nella giornata di ieri, venerdì 13 Maggio, la proposta di legge anti gay è stata sospesa in Parlamento, anche se ciò non esclude che i deputati possano riesaminarla alla prossima sessione.
Inoltre durante il mandato di Museveni si è registrato un miglioramento della situazione legata all’HIV.
Il problema è che invece di combatterla con i dovuti mezzi di protezione, come i profilattici tanto per fare un esempio, Museveni si è basato sulla strategia del terrore, rapportando nella maggior parte dei casi l’AIDS a l’omosessualità, ma non solo, infatti oltre ai gay le più penalizzate sono le donne, i bambini e i dissidenti. Risultati ottenuti violando tutti i diritti umani.

1 commento:

  1. Leggo e trovo alcune imprecisazioni. La manifestazione non è stata per protestare contro l'ennesimo mandato di Musenevi, ma contro il ricaro prezzi dei generi alimentari e del carburante. Sono scesi in piazza contro gli abusi di potere e sono stati picchiati, anzi bastonati e sono stati anche ammazzati, ma nessuno ferma questa protesta. Gli ugandesi vogliono la democrazia, vogliono la pace e stanno lavorando in primo luogo ad unire le varie tribù, cosa che invece Meseveni vuole tenere separate, incitando l'odio di queste etnie. La scorsa settimana le donne sono scese in piazza con le pentole vuote a significare che non hanno cibo e che l'aumento dei prezzi le porta alla fame sulla fame.
    Per quanto riguarda il calo di HIV la repressione riguarda la proposta di legge nel mandare in carcere le persone contagiate, in maggioranza donne. Perchè le donne? Semplice, quando vanno a fare le visite di controllo la gestazione, a loro viene fatto l'esame e sono le prime, quasi le uniche a subire questa orrenda repressione. Quindi, non solo i gay sono penalizzati ma anche le donne affette da HIV anche i bambini i dissidenti. In Uganda non c'è rispetto per nessun tipo di individuo.
    Questo è il motivo principale per cui gli ugandesi sono scesi in piazza.
    Domani, lunedì 16 maggio in tutta l'Uganda ci sarà un altra manifestazione. Manifestano anche per chiedere le dimissioni di Musenevi che li ha portati alla fame

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