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sabato 21 maggio 2011

L'indignazione della Spagna si espande a macchia d'olio in Europa.

A partire dal 15 Maggio in Spagna, da cui prende il nome “Movimento 15-M”, esattamente nella Piazza Puerta del Sol di Madrid, migliaia di spagnoli di tutte le età hanno deciso di accamparsi stabilmente per manifestare in difesa dei propri diritti di cittadini contro il fallimento dell’attuale sistema politico.
Nel giro di poco tempo, le manifestazioni si sono moltiplicate nel resto delle piazze del paese come ad esempio a Plaza Catalunya a Barcellona, ma anche a Siviglia, Valencia, Saragozza e in molte altre città.
Sono gli Indignatos.
Cittadini che protestano non perché di sinistra, destra o centro, ma per il fatto di essere stufi della condizione in cui versa il paese. Infatti tra le principali accuse mosse dai manifestanti vi è la collusione tra politici e banchieri, alto tasso di disoccupazione, corruzione politica, bipartitismo malato tra Psoe e Pp.
Giovedì la Commissione elettorale centrale ha imposto il divieto di manifestare nella giornata di sabato e domenica, in vista delle elezioni amministrative. Divieto che molto probabilmente non verrà rispettato, dal momento che 25 mila persone, a Puerta del Sol, hanno accolto la mezzanotte di oggi con un grido silenzioso, mentre un portavoce di “Democracia Real Ya (Vera Democrazia Subito), ha fatto sapere che hanno intenzione di restare in piazza fino a domenica.
Piazza Puerta del Sol di Madrid
Nonostante la presenza di moltissimi poliziotti in tenuta antisommossa, probabilmente non ci saranno scontri, anche perché il governo, già in crisi secondo i sondaggi, non ha nessuna intenzione di perdere ulteriori consensi ordinando un intervento contro i manifestanti, tra parentesi sotto le telecamere di mezzo mondo.
Tanto per fare degli esempi, le principali rivendicazione degli Indignatos sono:
- Riforme fiscali che favoriscano i redditi più bassi.
- Riforma delle condizioni di lavoro dei politici: no alle pensioni vitalizie e all’inserimento di concorsi pubblici ad hoc.
- Democrazia partecipativa e diretta, con il funzionamento assembleare su base cittadina mediante nuove tecnologia e quindi la decentralizzazione del potere politico.
- Miglioramento dei rapporti di lavoro, con la fine della precarietà salariale e con un salario minimo aumentato a 1.200 euro.
- Chiusura immediata delle centrali nucleari.
- Riduzione delle spese militari, chiusura delle fabbriche di armi e non intervento in qualsiasi scenario bellico.


Con qualche variante la situazione in Spagna è molto simile a quella di altri paesi occidentali, in primis l’Italia, ed è per questo che gli spagnoli, in questi giorni, stanno assumendo il ruolo di portavoce in Europa di azioni che è necessario prendere contro un sistema politico sempre più distante dai cittadini, affinché torni a svolgere il ruolo di rappresentante nel pieno rispetto e interesse della popolazione.
Italian Revolution
Proprio per questo, a partire dalla Spagna, il malumore e le manifestazioni si stanno diffondendo tramite web in molti altri paesi occidentali e non. Sono infatti previste, da qui a domenica, proteste in molte città come Bruxelles, Parigi, Berlino, Vienna, Edimburgo, Buenos Aires, ecc.
In Italia, centro di tutto è la pagina Facebook “Italian Revolution”,  in collaborazione con gli studenti spagnoli, si stanno organizzando per oggi (Sabato 21 Maggio) manifestazioni in diverse città:
Roma, Piazza di Spagna ore 20.
Milano, Piazza Duomo ore 20.
Firenze, Piazza San Marco ore 18.
Parma, Piazza della Pace ore 20.
Bari, Piazza Ferrarese ore 17.
Perugia, Piazza IV Novembre ore 20.
Torino,  Piazza Castello ore 20.
Palermo, Piazza Maggiore ore 16.
Padova, Prato della Valle ore 18.
Ecc, ecc.

Quello che sta succedendo in Spagna è un chiaro segnale che anche in Europa le cose possono cambiare.



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